L’isola principale della Nuova Caledonia, Grande Terre, è una lingua di terra situata proprio nel cuore di un mare dallo stupendo colore turchese dove sembra che il tempo si sia fermato.
A differenza delle vicine Vanuatu e Salomone, che sono composte da una ventina di isole, l’arcipelago della Nuova Caledonia ne conta relativamente poche. Grande Terre, le Iles de Loyautè, l’île des Pins, la minuscola Ile Belep e qualche isolotto vulcanico o corallino. Grande Terre è attraversata da una catena montuosa con cime coperte da fitte foreste, dove il tempo è umido e nebbioso; la costa est, a differenza di quella a ovest, si presenta selvaggia e non troppo modificata dagli insediamenti europei. La parte occidentale, non molto esposta alle piogge, è più secca, e le sue ventose pianure costiere hanno sofferto le peggiori devastazioni ambientali dovute alle miniere e ai pascoli: circa l’80% delle foreste originarie della Nuova Caledonia sono state abbattute. Una buona parte dell’agricoltura di sussistenza sta inoltre scomparendo, soppiantata da colture d’esportazione su vasta scala come quella di avocado, di riso, di arance e di ananas.
Come in gran parte delle isole, in Nuova Caledonia un’alta percentuale della flora (circa l’80%) e della fauna (attorno al 30%) è di carattere endemico. La catena montuosa che si estende nella parte centrale di Grande Terre ha favorito lo sviluppo di microclimi e di aree geografiche diverse a cui le piante e gli animali hanno dovuto adattarsi, modificandosi notevolmente rispetto alle origini, o perlomeno rispetto all’epoca preistorica, quando le odierne isole si pensa facessero parte della cosiddetta Terra di Gondwana. Esistono tre tipi di riserve nell’arcipelago (riserve naturali, riserve di flora e fauna speciali e parchi naturali), e il livello di protezione di ogni singolo parco varia di volta in volta. Attualmente 52.000 ettari di superficie marina sono considerati protetti. Il paese comunque non ha siti o monumenti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.
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