Il canguro è come tutti sanno il marsupiale che non cammina per così dire, ma salta grazie alle sue enormi zampe e una lunga coda che gli conferisce slancio e coordinamento nei movimenti.
È considerato l’animale simbolo dell’Australia insieme al Koala e ha delle caratteristiche uniche e anche curiose che lo rendono un’attrazione per i tanti turisti che vengono da ogni parte del mondo per immortalare da vicino questi animali che scorrazzano liberi nel loro habitat naturale. Negli ultimi anni però, stanno diventando un serio problema per la popolazione australiana, allarmata dalla loro crescita vertiginosa che secondo stime ufficiali si aggira attorno ai 45 milioni di esemplari contro i quasi 24 milioni di abitanti.
I canguri quindi spinti dalla fame e dalla sete cercano di spingersi oltre e questo genera numerosi danni, in quanto abbattono recinzioni, danneggiano le coltivazioni dei contadini, lottano con altre specie per accaparrarsi una fonte di cibo, invadono le strade e in alcuni casi addirittura aggrediscono l’uomo se si sentono in pericolo. Per non parlare poi di quelli che vengono uccisi da veicoli in movimento e di quelli che a causa di periodi di siccità rischiano di morire di fame in gran numero. Per questi motivi molti proprietari di fattorie, ma anche ecologisti e professori universitari già da qualche tempo stanno manifestando il loro disappunto contro il governo che a parer loro non si sta attivando per finanziare e portare avanti in modo ancor più incisivo una politica di abbattimento che ridurrebbe così gli animali considerati in eccesso.
Uno dei sostenitori di questa linea dura è David Paton, professore dell’università di Adelaide, che spiega come queste misure siano necessarie per salvaguardare l’ecosistema e la natura tipica di questi luoghi. Si stima che entro quest’anno, infatti, le politiche già avviate porteranno alla soppressione di un milione di canguri. Ovviamente sono tanti coloro che si oppongono a queste eliminazioni, molti animalisti, ambientalisti e studiosi sostengono che questo processo alla lunga porterà addirittura all’estinzione di questo animale.
Quale sarà quindi la sorte che toccherà al canguro? Possiamo solo sperare che in questo clima di incertezza le parti coinvolte trovino soluzioni alternative che permetteranno a questo marsupiale di continuare ad essere il vanto di questo paese.
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