I primi coloni furono inglesi, per cui la cucina australiana ha una tradizione anglosassone. Una specialità famosa sono le “meat pies” piccoli pasticci di carne usati come snack. Ancora più tipica è la “vegemite”, una sorta di scuro pâté di estratto di lievito: gli australiani la spalmano sul pane e ne sono praticamente dipendenti. Si trovano poi diversi piatti a base di specie locali, come samosa con stufato di coda di canguro, paté di emù, selvaggina affumicata in foglie di eucalipto, agnello al salt-bush, frittata con semi di anice locale o gelato ai semi di acacia.. Da pochi anni a questa parte riscuotono grande successo le specialità del “bush”, un concentrato di sapori completamente diversi per chi ama sperimentare.
In genere, comunque, si riesce a mangiar bene, anche perché l’immigrazione diversificata ha aggiunto varietà, e sono molto comuni specialità italiane e orientali. La vicinanza con l’Asia ha poi aggiunto alle ricette australiane anche delle influenze asiatiche. Ottimi il pesce, i crostacei e i frutti di mare. In Australia si trovano infatti pesci come il John Dory e il prelibato barramunda, squisite aragoste e altri crostacei come i bugs di Moreton Bay (cicale di mare), e gli ottimi yabbies (astici d’acqua dolce). Da assaggiare anche le insalate e i frutti tropicali.
Nei bar e nei caffè all’avanguardia attualmente vanno molto di moda le cosiddette designer drinks, conosciute anche come “alcopops”. La prima bevanda di questo tipo comparsa sul mercato è stata una limonata alcolica chiamata “Two Dogs Lemonade”. Poi è giunto il turno della “Sub Zero”, una soda alcolica sostanzialmente insapore e immensamente popolare, che tutti bevono con una piccola aggiunta di liquore al lampone. Tra le bibite analcoliche, stupisce le varietà di latte aromatizzati ai gusti più diversi.
Durata: 19 giorni / 16 notti
Su richiesta
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