La popolazione Kanak è l’ etnia originaria melanesiana (il termine Melanesia è stato coniato dal francese Jules Dumont d’Urville intorno al 1830 e significa “isole dei neri”; il termine non è dispregiativo ma sta ad indicare la pigmentazione più scura degli abitanti melanesiani rispetto ai polinesiani e micronesiani). Questa popolazione è il risultato delle migrazioni in epoche primordiali di popoli eurasiatici ed africani che approfittarono dei ponti naturali tra i vari continenti primigeni (Pangea e successivamente Gondwana) per raggiungere l’ Australia e quindi l’ Oceania.
Il nome Kanak deriva dalla parola hawaiiana kanaka maoli, applicata dai commercianti e dai missionari per indicare qualsiasi popolazioe indigena delle isole del Pacifico. I melanesiani della Nuova Caledonia alla fine decisero di usare questo termine per darsi un nome facilmente utilizzabile dai “bianchi”.
I kanak di oggi mantengono salde le loro tradizioni culturali e dopo anni di dissidi con il governo Francese hanno oggi raggiunto la parità sociale ed una certa dose di indipendenza nella gestione delle questioni locali ed interne ai vari gruppi tribali e clan. A tutt’oggi il popolo Kanak è composto da non meno di 300 clan che si esprimono in circa 30 dialetti diversi
DA “SLOW FOOD” UNA RICETTA TRADIZIONALE
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I Kanak, popolazione nativa della Nuova Caledonia, un’isola nel sudovest dell’Oceano Pacifico, ci raccontano di un dolce locale davvero particolare, chiamato “dolce della carestia” perché tradizionalmente preparato nel periodo tra le due stagioni di raccolta dell’igname – prodotto base dell’alimentazione locale – o in caso di eventi naturali disastrosi come i cicloni.
L’ingrediente principale di questo dolce sono i frutti della mangrovia, pianta prevalentemente legnosa tipica dei litorali tropicali. Durante la raccolta dei frutti della mangrovia, nella foresta si tagliano anche foglie di alberi (palma, banano, cocco…), che sono poi lavorate e intrecciate dalle donne per creare i cestini per il filtraggio. I frutti sono battuti con un bastone di legno e poi disposti sul fondo dei cestini, coperti con foglie di burao (Hibiscus Tiliaceus, una malvacea imparentata con la pianta del cotone). I cestini, legati e chiusi all’interno con foglie di cocco, sono collocati in pozze d’acqua salmastra, dove devono rimanere, interamente sommersi, per 15 giorni.
Trascorse le due settimane, le donne prelevano i cesti, rimuovono le foglie e impastano i frutti della mangrovia, ora morbidi e friabili, con cocco grattugiato e zucchero. L’impasto è lasciato riposare, mentre si preparano dei piccoli contenitori con fibre vegetali. Questi foderi sono poi riempiti a mano con la pasta dolce, chiusi, legati e infine disposti in una pentola che è posta sul fuoco per la cottura. Gli antichi “dolci della carestia” si consumano oggi come una merenda, accompagnandoli con un tè.
Incontrare I kanak.
I Kanak si trovano su tutte le isole della Nuova Caledonia dove vi sono tantissimi piccoli villaggi facilmente riconoscibili perchè accanto agli edifici moderni vi è sempre perlomeno una casa tradizionale; è infatti tradizione ancora forte che per ogni nuova famiglia si debba costruire sempre una casa tradizionale e quindi quella moderna. Ogni villaggio ha la sua chefferie (consiglio degli anziani) ed un Grand Cheffe. Che si sia da soli od accompagnati da una guida il rituale dell’ incontro è sempre lo stesso: si deve incontrare perlomeno uno degli “anziani” e recare un dono (fair la cotume), che è sempre composto da una pezza di tessuto (pareo) e 500 franchi polinesiani (MENO DI 5 EURO) possibilmente non visibili, se poi avete anche un dono personale, che so una vostra maglietta, questa sarà sempre la benvenuta. L’anziano provvederà in seguito a consegnare il tutto al Grand Cheffe che a sua volta lo distrubuirà all’ interno della comunità a seconda delle necessità. A questo punto l’ “Anziano” pronunzia parole di benvenuto per tutti I convenuti e si è formalmente accolti come ospiti all’ interno della tribù. Le attività possono essere diverse e tutte apparentemente casuali; potrete partecipare magari ad una festa come assistere alla raccolta dell’ igname (tuberacea base dell’alimentazione kanak) oppure osservare gli artisti scolpire il legno pregiato da dove nasceranno le tipiche sculture melanesiane, I totem ed oggetti di uso quotidiano.
Durata: 21 giorni / 18 notti
Su richiesta
Polizia: 999 Ambulanza: 999 Vigili del fuoco: 999 L’Ambasciata d’Italia competente per le isole Tuvalu è l’Ambasciata d’Italia in Nuova Zelanda: Ambasciata d’Italia 34-38 Grant Road, Thorndon, PO Box 463 Wellington, Nuova Zelanda Tel +64 4 4735339 Fax +64 4 4727255