Tahiti è la più grande isola facente parte del gruppo delle Isole del Vento nella Polinesia Francese ed è situata precisamente nell’arcipelago delle Isole della Società nell’Oceano Pacifico.
L’isola che è di origine vulcanica, alta e montuosa, circondata da barriere coralline, è anche la più popolosa della Polinesia Francese.
Tahiti è stata originariamente colonizzata dai polinesiani tra il 300 e 800 d.C., essi infatti rappresentano circa il 70% della popolazione dell’isola con il resto composto da europei, cinesi e meticci.
Samuel Wallis, un capitano di marina inglese, avvistò Tahiti il 18 giugno 1767 ed è considerato il primo visitatore europeo.
A Wallis seguì nell’aprile 1768 l’esploratore francese Louis Antoine de Bougainville, il quale rese famosa Tahiti in Europa, quando pubblicò Voyage autour du monde, infatti egli descrisse l’isola come un paradiso terrestre dove gli uomini e le donne vivono felicemente in innocenza, lontano dalla corruzione della civiltà.
Il suo racconto illustrò il concetto del buon selvaggio e ciò influenzò i pensieri utopistici di alcuni filosofi come Jean-Jacques Rousseau prima della Rivoluzione francese.
Nell’aprile 1769 il capitano James Cook visitò l’isola e vi creò un campo a Matavai Bay.
Dopo Cook, le navi europee arrivarono con maggiore frequenza, la più nota delle quali fu il vascello Bounty, il cui equipaggio si ammutinò dopo aver lasciato Tahiti nel 1789, essendosi i marinai abituati alla vita sull’isola.
Gli europei sconvolsero però la società tradizionale, in quanto oltre al Cristianesimo, vi portarono anche elementi negativi come la prostituzione, l’alcool e diverse malattie, in particolare il tifo, l’influenza e il vaiolo, che purtroppo uccisero tantissimi tahitiani.
Nel novembre 1835 anche il naturalista Charles Darwin visitò Tahiti.
L’isola è stata proclamata colonia francese nel 1880, anche se solo nel 1946 gli indigeni tahitiani sono stati resi cittadini francesi.
Per tale motivo il francese è qui l’unica lingua ufficiale anche se la lingua tahitiana è ampiamente parlata.
Tahiti copre una superficie di 1 045 km² e si compone di due parti quasi circolari, centrate su montagne vulcaniche e collegate da un breve istmo, che prende il nome dalla piccola città di Taravao, ivi situata.
La parte nord-occidentale è nota come Tahiti Nui (“Grande Tahiti”), mentre la parte molto più piccola a sud-est è conosciuta come Tahiti Iti (“Piccola Tahiti”) o Taiarapu.
Tahiti Nui è densamente popolata lungo la costa, soprattutto intorno alla capitale Papeete, mentre nell’entroterra è quasi completamente disabitata.
Tahiti Iti invece è rimasta isolata, in quanto la sua metà sud-orientale (Te Pari) è accessibile o con la barca o a piedi.
Il paesaggio di Tahiti presenta una lussureggiante foresta pluviale e numerosi corsi d’acqua, tra cui il fiume Papenoo, sul lato nord.
L’economia di Tahiti si basa oltre che sul turismo, anche e soprattutto sull’allevamento della perla nera, la maggior parte delle quali viene poi esportata in Giappone, Europa e Stati Uniti.
Fra le altre esportazioni vanno incluse anche la vaniglia, la frutta, i fiori, olio di cocco, il pesce e la pianta del noni detto anche gelso indiano.
Inoltre a Tahiti si trova il Museo Paul Gauguin, dedicato alla vita e alle opere dell’artista francese Paul Gauguin, che ha dipinto opere famose durante il suo soggiorno sull’isola e il Museo Robert Wan Pearl, che è l’unico museo al mondo dedicato alle perle nere.
Una delle immagini più conosciute delle isole è la famosa danza tahitiana, ovvero la cosiddetta ʻōteʻa, talvolta scritta come otea, dove i danzatori, in piedi in più file, eseguono diverse figure.
Questa danza, facilmente riconoscibile per il veloce agitarsi dei fianchi e gonnellini di paglia viene spesso confusa con l’hawaiana hula, una danza in genere più lenta e graziosa che si concentra più sui movimenti delle mani che sui fianchi.
La danza è accompagnata solo dalla musica, utilizzando dei tamburi, ma senza cantare.
I tahitiani sono inoltre noti nella loro storia e cultura per la loro capacità di navigazione, essenziale per gli scambi e le comunicazioni con i loro vicini nel mare.
Infine per quanto riguarda lo sport, l’isola eccelle nel rugby, nelle tradizionali gare con la canoa e nel surf, infatti nei pressi del villaggio di Teahupo’o, si trova uno degli spot più famosi e anche più pericolosi del mondo, dove una volta all’anno viene disputata la Billabong Pro Tahiti, un evento in cui i migliori surfisti del mondo si sfidano cavalcando onde alte anche più di 15 metri.