Ambiente e luoghi nelle Isole Cook

Il paesaggio nelle isole Cook varia da quello montuoso di Rarotonga ai banchi corallini e agli atolli quasi piatti, che sono invisibili da lontano e vengono coperti dalle onde più grandi.

Rarotonga è l’isola dove la vegetazione è più varia: vi sono spiagge orlate dalle palme da cocco, piantagioni di agrumi e nella parte centrale vi è una vera e propria giungla di felci, rampicanti e alberi altissimi. Su gran parte delle isole meridionali è diffuso il pandanus, le cui foglie vengono utilizzate nell’artigianato tradizionale per confezionare tappeti, cesti e altro. Sugli atolli del gruppo settentrionale di solito il terreno coltivabile è scarso e poco fertile, quindi c’è ben poca vegetazione al di fuori delle palme da cocco.

Gli unici mammiferi ritenuti autoctoni sono i pipistrelli frugivori del Pacifico, presenti solo a Mangaia e a Rarotonga. I topi e i maiali sono stati introdotti: i maiali vengono ‘addomesticati’ legandoli per una zampa a una palma. A Rarotonga ci sono anche molti cani, alcuni gatti e capre, qualche cavallo e qualche bovino.

Pochi sono gli uccelli presenti che vivono sulle alture di Rarotonga; molte specie di volatili sono state scacciate dalla maina, introdotta anni fa per ridurre il numero di insetti ma rivelatasi in molti casi nociva. Tra gli uccelli endemici vi sono il rondone di Atiu, che vive nelle grotte, il loquace martin pescatore di Atiu e Mauke e il martin pescatore di Mangaia. Il pigliamosche di Rarotonga o kakerori è presente solo in una piccola zona dell’isola e sta lentamente riemergendo dall’elenco delle specie in pericolo di estinzione. Le acque che circondano le isole brulicano di pesci pappagallo, cetrioli di mare e megattere, per citare solo alcune specie.

Avarua
Avarua, capitale delle Isole Cook e città principale di Rarotonga, è situata al centro della costa settentrionale dell’isola. Fino a pochi anni fa era un piccolo porto, quasi il prototipo di una città commerciale dei Mari del Sud, ma in occasione della festa internazionale di Maire Nui, tenutasi nel 1992, sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione e di rinnovamento; da allora ha conosciuto un certo progresso, mantenendo tuttavia intatta la sua atmosfera cordiale e rilassante. Fulcro del centro è la rotatoria, situata verso il margine orientale della città, vicino all’Avarua Harbour. Subito a est della rotatoria sorge il Seven-in-One Coconut Tree, alberi che crescono formando spontaneamente un cerchio perfetto.
Tra i resti dell’epoca dei missionari ottocenteschi figurano la Papeiha Stone, che prende il nome della prima persona che predicò il vangelo cristiano nelle Isole Cook, e la CICC Church, che risale al 1853 e ha un grazioso cimitero. La Library & Museum Society possiede una vasta collezione di libri sul Pacifico che è possibile consultare, e anche un piccolo museo con oggetti in vimini, tessuti, strumenti musicali e fotografie.

Rarotonga 
Rarotonga è un luogo lussureggiante, caratterizzato da spiagge e con al centro dei monti. Tutte le principali attrazioni sono situate lungo le due strade concentriche dell’isola o nelle loro vicinanze. Arorangi, sulla costa occidentale, è stato il primo villaggio costruito dai missionari .Si può visitare la CICC Church del 1849; all’interno è sepolto Papeiha, il primo predicatore cristiano delle Isole Cook. Alle spalle di Arorangi si erge la vetta del Raemaru, ottima meta per un’escursione di una giornata.
Il Cultural Village, situato sulla via secondaria di Arorangi, è una vera e propria full immersion nella cultura locale. Con una visita guidata verrete condotti in diverse capanne tradizionali e assisterete a dimostrazioni sulla storia delle isole, sulla medicina maori, sulle tecniche di pesca antiche, sull’intaglio del legno e sulla danza; al termine parteciperete a un banchetto di cibi tradizionali accompagnato dalle danze.
Vicino alla costa meridionale dell’isola c’è la Wigmore’s Waterfall, dove il Papua Stream si getta in una fresca piscina naturale. È possibile raggiungere la cascata direttamente in auto, ma l’ultimo tratto è molto sconnesso e richiede l’uso di un fuoristrada; in alternativa potete fare una bella escursione a piedi partendo dalla strada litoranea. Proseguendo lungo il Cross-Island Track (il percorso che attraversa l’isola) si arriva al Rua Manga (L’Ago), una vetta di 415 m da cui si ammira una splendida veduta verso nord-ovest e verso sud. L’attraversamento dell’isola richiede 2 o 3 ore e a entrambe le estremità ci sono gli autobus pubblici.

Aitutaki 
Aitutaki, possiede una sua peculiare bellezza. Tanto per cominciare sorge su una laguna triangolare punteggiata di graziose motu (piccole isole) ed è anche interessante dal punto di vista storico perché ha diversi marae (i luoghi per i raduni religiosi prima dell’arrivo degli europei) aperti ai visitatori. Offre inoltre uno degli spettacoli di musica e danza detti ‘island nights’ più belli dell’arcipelago.
Il villaggio principale dell’isola è Arutanga, una pacifica località con una malridotta chiesa del 1828 che è la più vecchia delle Isole Cook (nonché una delle più belle) e contiene diversi oggetti di legno intagliato e alcune vetrate policrome. Troverete poi diversi bei negozietti e dalla punta del molo potrete ammirare una splendida vista della costa.
Vicino alla costa sud-orientale ci sono alcuni marae fatti con imponenti massi di basalto nero; molti di essi sono tra i più grandi di tutto l’arcipelago e ciascuno ha il proprio nome. Il Maungapu, all’estremità settentrionale dell’isola, è un’altura di soli 125 m ma vale la pena salire sulla cima (con una facile escursione di mezz’ora) per ammirare il panorama della laguna e dell’isola. La laguna è una meraviglia: è punteggiata di banchi di sabbia e barriere coralline e ha 21 motu (ed è priva di squali). I motu più belli sono Maina, dove potrete fare snorkelling e vedere i nidi dei fetonti, e Tapuaetai, o Isola di un piede, che vanta una spiaggia splendida e fantastiche acque turchesi.
L’aeroporto si trova all’estremità settentrionale dell’isola: voli quotidiani collegano Aitutaki con Rarotonga.

Atiu
Con i suoi meravigliosi panorami, le magnifiche spiagge e i pochi turisti, Atiu è forse il più bel tesoro nascosto delle Isole Cook. È anche una rarità geologica: è infatti circondata da un anello di coralli fossilizzati e rialzati (un fenomeno detto makatea) largo un chilometro che, insieme alla collina alta 70 m con la cima piatta, fa assomigliare l’isola a un cappello con la tesa bassa e piatta.
Fatta eccezione per Taunganui Harbour, dove l’acqua è profonda e limpida, non ci sono molti altri posti adatti al nuoto qui, me le belle spiagge sono l’ideale per passeggiare e prendere il sole. Molte distano solo un breve tratto dalla strada litoranea, ma per raggiungerne alcune bisogna camminare tra gli arbusti. Pare che la Oravaru Beach, sulla costa occidentale, sia il luogo in cui approdò il capitano Cook. Tra Tarapaku Landing e Oneroa Beach, sulla costa nord-orientale, ci sono le Three Grottoes (Tre Grotte), che si possono visitare solo quando il mare sul versante orientale dell’isola è calmo. Oneroa è un ottimo posto per trovare le conchiglie . Con la bassa marea la laguna tra Takauroa Beach e Matai Landing si prosciuga a causa delle presenza di alcune doline, che diventano ottime per lo snorkelling. Nella fase di bassa marea si può anche camminare lungo la barriera corallina e raggiungere il Coral Garden, dove molti pesci tropicali rimangono intrappolati con il ritirarsi dell’acqua.
La ripida strada che collega Tarapaku Landing con il Tengatangi Village attraversa piantagioni, campi di taro, macchie di papaie, makatea, foreste litorali e un lungo muro, il Vairakai Marae, costruito con 47 grandi pietre di calcare. Una volta arrivati in cima potete seguire un circuito che tocca i cinque villaggi dell’isola, tutti distanti un chilometro l’uno dall’altro. Da non perdere è il Fibre Arts Studio situato a Teenui, nel nord-ovest: un laboratorio specializzato in tivaevae, le variopinte coperte che sono uno dei più tradizionali prodotti artigianali delle Isole Cook..
Verso l’angolo sud-orientale del circuito che collega i villaggi sorge la Atiu Island Coffee Factory, dove potete assistere alle varie fasi di produzione del caffè, dalla sgusciatura dei baccelli alla tostatura e all’imballaggio. Sono anche offerte la visita della piantagione e la degustazione. Sulla makatea vi sono decine di grotte, molte delle quali possono essere esplorate; è preferibile però ingaggiare una guida perché si corre il rischio di perdersi.
Atiu e Rarotonga sono collegate da diversi voli al giorno; Atiu è anche servita regolarmente dalle navi mercantili che accettano a bordo i passeggeri.

Suwarrow 
L’atollo di Suwarrow è uno dei più famosi delle Isole grazie al lungo periodo che vi trascorse in solitudine lo scrittore neozelandese Tom Neale. I sei anni che egli passò qui portarono alla creazione di An Island to Oneself, diventato ormai un classico della letteratura sui Mari del Sud. I visitatori che giungono a bordo dei loro panfili scrivono il loro nome sul diario lasciato nella sua stanza; di tanto in tanto arriva anche qualche pescatore di perle proveniente da Manihiki.
Suwarrow è particolarmente famoso tra i velisti perché è uno dei pochi atolli delle Cook settentrionali con una laguna accessibile. Talvolta gli uragani sollevano onde che travolgono le isole coprendo completamente anche quelle più alte; è ciò che accadde nel 1942 durante il soggiorno a Suwarrow dello scrittore Robert Dean Frisbie, che sopravvisse insieme agli altri membri del suo gruppo legandosi ad alcune piante.
Attualmente, l’unico modo per raggiungere Suwarrow è approfittare di una delle rarissime imbarcazioni che fanno servizio per l’atollo oppure venire con un panfilo privato.

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