Dominio britannico dal 1907, la Nuova Zelanda ottenne l’indipendenza dal Regno Unito nel 1931. Oggi la Nuova Zelanda si presenta come una democrazia parlamentare indipendente nell’ambito del Commonwealth britannico. L’ordinamento si basa su atti parlamentari sia neozelandesi sia britannici, mentre la Costituzione (redatta nel 1986) non è stata ancora ratificata. Il capo dello stato è formalmente il sovrano del Regno Unito, rappresentato in loco da un governatore generale, di nomina regia.
Potere esecutivo: il governatore generale nomina il primo ministro e, su suggerimento di questi, i ministri che compongono il governo. Solitamente il primo ministro coincide con il leader del partito o della coalizione di maggioranza.
Potere legislativo: il sistema legislativo è basato su un Parlamento unicamerale, con la Camera dei rappresentanti composta da 120 membri (di cui 5 in rappresentanza della minoranza maori) eletti a suffragio universale con un mandato di tre anni. Hanno diritto al voto tutti i cittadini a partire dai 18 anni di età.
Potere giudiziario: l’ordinamento giudiziario (basato sulla Common Law ma con una legislazione speciale per i maori) prevede un’Alta Corte e una Corte d’appello. La pena di morte è stata abolita nel 1989.
Dal punto di vista amministrativo, la Nuova Zelanda è divisa in diciassette regioni: Auckland, Bay of Plenty, Gisborne, Hawke’s Bay, Manawatu-Wanganui, Northland, Taranaki, Waikato e Wellington nell’Isola del Nord; Canterbury, Marlborough, Nelson, Otago, Southland, Tasman e West Coast nell’Isola del Sud. Le regioni sono a loro volta ripartite in 79 distretti.
La capitale politica e amministrativa è Wellington.
I principali schieramenti politici del paese sono il Partito laburista (New Zealand Labour Party, NZLP) e il Partito nazionale (New Zealand National Party, NP; conservatori).
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Negli ultimi trent’anni l’economia neozelandese, in passato prevalentemente agricola, si è orientata progressivamente verso l’industria e il settore terziario. Dalla metà degli anni Ottanta il governo ha gradualmente abbandonato il protezionismo economico iniziale, in favore di una politica di apertura e deregolamentazione allo scopo di incentivare la crescita economica, anche se ciò ha provocato un […]